Non è semplice parlare di sé, almeno non lo è per me. Non so descrivermi, perciò non lo farò. Non vi parlerò neppure di Luciano, che è mio marito. Vi parlerò di una passione che a qualcuno potrebbe sembrare follia. Per me invece, che in questa casa ci son nata, era l’unica scelta possibile. Sono cresciuta in campagna, immersa nelle vigne e con il profumo di aceto balsamico tradizionale impresso nelle narici. Chiusa in un ufficio sarei morta di noia in appena un mese. Così ho iniziato a prendermi cura dell’acetaia di famiglia, una piccola, piccolissima acetaia che anno dopo anno è diventata sempre più grande.
Per anni, Luciano ed io, l’abbiamo curata solo per il nostro piacere personale. Di tanto in tanto aggiungevamo un nuovo pezzo, così, perché desideravamo farlo. Non c’è nulla in questa acetaia che non sia stato scelto, curato o fatto direttamente da noi. Dai colori e i disegni sulle pareti, alle botti, le foto di famiglia, gli oggetti del passato scovati nei mercatini e quelli ritrovati fra la cantina e la soffitta di casa. È stata la più bella e gratificante fatica della nostra vita. Da qualche anno abbiamo aperto le porte della nostra acetaia, perché amiamo condividere la nostra passione con chi possiede la più bella delle qualità umane: la curiosità.